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Nei pericolosi: le 5 regole

Come distinguere i nei pericolosi?

A queste domande risponde il Dr. Cappellina Cesare, Chirurgo Plastico di Vicenza.

 

nei pericolosi

Il Dr. Cesare Cappellina è Specialista in Chirurgia Plastica
Esercita la professione a Vicenza.

 

5 semplici lettere ci possono aiutare a riconoscere i nei pericolosi:

  • A: asimmetria: un neo è asimmetrico se, immaginando una linea che lo divida in due, è formato di due parti non uguali
  • B: bordi: se il neo non è perfettamente regolare, ma presenta contorni frastagliati
  • C: colore: un neo con un colore più scuro degli altri
  • D: dimensione: un neo che ha dimensioni maggiori rispetto agli altri
  • E: evoluzione: un neo che cambia, che si modifica nel tempo.

Le neoplasie cutanee si distinguono in benigne e maligne. Nel contesto delle neoplasie cutanee maligne le forme tumorali più frequenti sono quelle di origine epidermica, come il carcinoma basocellulare e il carcinoma spinocellulare. Di origine melanocitaria è il melanoma, mentre altre forme neoplastiche sono più rare (ad es. il Merkeloma).

Il carcinoma basocellulare (basal cell carcinoma – BCC) è il più frequente dei tumori maligni cutanei; lo è anche in assoluto tra tutti i casi di cancro, di cui costituisce il 15-20%. Nasce da cellule immature dello strato basale dell’epidermide, cresce lentamente, raramente metastatizza e si caratterizza per l’invasività locale. Da un punto di vista clinico può essere distinto in tre forme principali: superficiale, nodulare e sclerodermiforme. Il 70-85% dei BCC si localizza a livello del viso e del collo.

 

 

Il 20% dei tumori cutanei maligni sono carcinomi spinocellulari (squamous cell carcinoma – SCC). L’incidenza è in aumento, sia per effetto dell’invecchiamento della popolazione che dell’aumento dell’esposizione solare. Questo tipo di neoplasie cutanee si origina dallo strato spinoso dell’epidermide. A differenza del carcinoma basocellulare spesso origina da lesioni pre tumorali (in prevalenza le cheratosi attiniche) ed è possibile la metastatizzazione.

I melanomi sono neoplasie maligne che originano dai melanociti. Per quanto non vi siano dati certi, sembra che la maggior parte dei melanomi origini da cute sana e che solo in una fetta delle diagnosi istologiche si riscontri la trasformazione di un nevo preesistente. I profili di melanoma sono innumerevoli.

Per semplificare la loro interpretazione si utilizza una classificazione anatomo-clinica che descrive 5 diverse varietà: il melanoma a diffusione superficiale (superfical spreading melanoma SSM), che è la forma di più frequente riscontro, il melanoma nodulare (nodular melanoma NM), quello acrale lentigginoso (acral lentiginous melanoma ALM), la lentigo maligna (LM) e il melanoma delle mucose (mucosal lentiginous melanoma MLM). La prognosi risente principalmente di due markers istologici: lo spessore secondo Breslow e l’ulcerazione.

I fattori di rischio sono:

1) Intrinseci (legati all’ospite)
:

  • Fototipo 1 e 2
  • Precedenti scottature da sole, soprattutto in età infantile
  • Presenza di oltre 50 nei
  • Presenza di nei congeniti o comparsi nei primi anni di vita, di grandezza superiore a mezzo cm
  • Casi di melanoma tra i parenti diretti
  • Precedente melanoma
  • Genodermatosi (xeroderma pigmentoso, Sindrome di Gorlin)

2) Estrinseci (ambientali o acquisiti)

  • Raggi ultravioletti
  • Radiazioni ionizzanti
  • Sostanze chimiche cancerogene o co-cancerogene
  • Infezioni da papillomavirus umani
  • Ferite/infiammazioni croniche
  • Immunodepressione
  • Recenti terapie mirate (es. inibitori di BRAF)

Pur costituendo soltanto il 5% circa di tutti i tumori maligni della cute, il melanoma è la causa del più grande numero di morti (77%)  correlate alle neoplasie della pelle e il modo migliore per ridurre la sua alte morbilità è sicuramente la diagnosi precoce

La prevenzione può essere attuata attraverso

  • L’utilizzo di filtri solari
  • Evitando le lampade abbronzanti
  • L’impiego di un abbigliamento adeguato l’educazione del paziente

Nel sospetto clinico di un tumore cutaneo e alla ricerca di nei pericolosi, cosa deve fare il chirurgo plastico:

  • Valutare la storia clinica familiare e personale del soggetto
  • Valutare, nel complesso, il numero dei nevi, la loro regolarità, la forma e le dimensioni
  • Individuare eventuali nevi a rischio o clinicamente atipici
  • Valutare i nevi a rischio mediante la dermatoscopia in epiluminescenza
  • Consigliare la frequenza dei controlli successivi

Come comportarsi davanti ai nei pericolosi?

Innanzitutto va chiesto al paziente se è mai stato sottoposto ad anestesie locali o generali, per verificare una eventuale allergia agli anestetici locali. Se l’asportazione del neo è fattibile ambulatorialmente, si programma l’intervento.

Non è necessario venire a digiuno, piuttosto accompagnati da un parente o da un amico. L’intervento chirurgico di asportazione di nei pericolosi dura circa 10 minuti, comprensivi del momento iniziale di anestesia locale, l’asportazione, la sutura e la medicazione.

Cosa fare dopo l’intervento chirurgico?

Dopo l’intervento, a seconda della zona (viso-corpo-arti) i punti di sutura vengono rimossi dopo 7/15 giorni. É buona cosa ricordare al paziente che la guarigione delle ferite è un processo che impiega dagli 8/10 mesi: nelle prime fasi avviene la cicatrizzazione vera e propria, seguita dalla maturazione della cicatrice stessa.

E’ bene quindi utilizzare prodotti specifici e procedure come i massaggi eucicatrizzanti, per indirizzare e favorire la guarigione delle ferite.

Eseguiamo questo tipo di visite e di interventi chirurgici nella nostra clinica, attrezzata con sala chirurgica per piccole anestesie locali.

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