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Che cos’è il PRP e a cosa serve?

“Cos’è il PRP?”

“Ci sono controindicazioni?” “Come si produce?”

A queste domande sul PRP e il suo uso nella medicina estetica risponde

il Dr. Cappellina Cesare, chirurgo plastico di Vicenza

 

Nel sangue circolano sostanze riparatrici pronte a scendere in pista quando ti procuri una ferita. Sono le piastrine, che rigenerano in poco tempo pelle e tessuti. E allora, perché non utilizzarle in forma concentrata per stimolare, in modo biologico, i processi riparativi? Ecco cos’è la Prp (platelet rich plasma): un campione del proprio plasma sanguigno, arricchito di piastrine autologhe (cioè provenienti dallo stesso organismo), trasformato in una potente medicina, utile per combattere molti problemi.

Il PRP (plasma ricco di piastrine) è un potente concentrato di fattori di crescita in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti.  Si ottiene grazie a una tecnica che prevede la centrifugazione del sangue autologo (cioè prelevato dallo stesso paziente) all’interno di un processo che termina con la produzione di una parte di plasma ad alta concentrazione di piastrine.

Il PRP è una delle terapie più recenti nella rigenerazione della pelle e del cuoio capelluto. Le piastrine a contatto con il derma liberano una grande quantità di fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene, donando alla pelle un aspetto più tonico e liscio senza alterare la morfologia del volto, ed è utile anche in altre sede corporee come mani e collo.

In medicina estetica, l’utilizzo del PRP si è diffuso nel trattamento dei tessuti cutanei e sottocutanei per migliorare l’aspetto di aree quali ad esempio guance, zona oculare e perioculare, pieghe cutanee del collo.

In caso di alopecia stimola la ricrescita di nuovi capelli. Un’applicazione che sta dando risultati confortanti riguarda l’alopecia non-cicatriziale e areata. Secondo dati recenti, la ricrescita avviene nella maggior parte dei casi trattati. Le più frequenti forme di alopecia sono due: la androgenetica, legata a un eccesso di androgeni o a un’ipersensibilità dei recettori agli ormoni maschili, e la areata che colpisce per due terzi le donne ed è dovuta a reazioni autoimmuni che indeboliscono il follicolo pilifero.

La forma androgenetica si manifesta, negli uomini, con lo stempiamento che dalla fronte arriva alla sommità del cranio, mentre nel gentil sesso causa un diradamento anche sulla nuca.

La forma areata invece, crea delle antiestetiche perdite a chiazze. In entrambi i casi può essere utile frenare la caduta dei capelli con microiniezioni di Prp, fatte su tutto il cuoio capelluto a un centimetro l’una dall’altra (sono circa una cinquantina ma così “micro” e rapide da risultare indolori).

I fattori di crescita liberati dal concentrato piastrinico ossigenano e rivascolarizzano il bulbo pilifero, arrestando la caduta e irrobustendo il fusto. I migliori risultati, come dimostra uno studio pubblicato sul Journal of Trichology, si ottengono non in presenza di calvizie totale ma quando il cuoio capelluto è ancora ricoperto da uno strato di capelli finissimi e radi».

Il Prp serve anche per il trattamento delle cicatrici, da quelle superficiali (come i “buchini” lasciati in eredità dall’acne) a quelle più profonde, dure e in rilievo chiamate cheloidi.

Per evitare che anche la nuova cicatrice dia origine a un cheloide, si fanno delle infiltrazioni di Prp lungo i bordi cicatriziali oppure lo si applica per gocciolamento. Uno studio pubblicato sul Journal of Surgical Dermatology dimostra che questo protocollo scongiura il rischio di nuovi chelodi nell’ 87% dei casi.

Il Prp è inoltre particolarmente utile in caso di cicatrici ipertrofiche che derivano da ustioni profonde di 2° o 3° grado, specie se retraenti.

In questo caso si tratta il cheloide con il laser ablativo C02 frazionato, che la scolla e la leviga riducendo e lo spessore, e si inietta poi la Prp tutt’intorno al cordolo per regolarizzare l’attività dei fibroblasti.

Il Prp è efficace anche nella guarigione di piaghe da decubito, ferite e ulcere diabetiche, che affliggono spesso i piedi.

Dopo la detersione chirurgica si applica il gel piastrinico, denso e corposo, con una cannula. Viene messo soprattutto ai bordi della lesione, da dove parte la ricostruzione tissutale. Fatto che, come dimostrano decine di studi clinici, accelera sensibilmente il processo di guarigione.

Dal punto di vista tecnico, la produzione del Plasma ricco di piastrine avviene in un locale dedicato, con un sistema totalmente chiuso, automatizzato, che azzera i rischi di contaminazione microbica. Questo sistema permette di separare e concentrare le piastrine come richiesto dalla normativa vigente.

Il Prp trova largo utilizzo anche in Ortopedia: il concentrato piastrinico è iniettato all’interno di articolazioni,logorate per quadri di artrite o artrosi e stimolare la rignenerazione cellulare. Sono solitamente consigliati cicli di infiltrazioni intra-articolari multipli per ottenere un risultato valido.

Allo stesso modo, l’iniezione di Prp trova largo impiego in terapia antalgica a livello della colonna vertebrale: il preparato piastrinico a livello delle faccette articolari delle vertebre aiuta il processo di rigenerazione e guarigione delle superfici articolari andate usurate con il tempo. Quando il sangue è centrifugato è diviso in 3 strati:

  • Lo strato superiore (55%): Plasma (PPP) strato con pochissime piastrine.
  • Lo strato centrale chiamato anche come PRP Layer o Buffy Coat livello, si compone di White Blood Cells (WBC) e piastrine; è lo strato più importante perché la maggior parte delle piastrine si trova qui (94%).
  • Lo strato inferiore (45%): Globuli rossi (RBC) strato con aspetto rossastro.
prp

Il sangue è una risorsa per favorire la rigenerazione della pelle.

Si stima infatti che il volume di PRP sia pari al 10% del sangue intero processato; attraverso il nostro dispositivo,costituito da una centrifuga e un apposito kit,è possibile ottenere un PRP con concentrazione piastrinica 5-6 volte superiore a quella basale.

Una concentrazione maggiore di piastrine assicura risultati migliori. Il sangue prelevato dal paziente viene immediatamente sottoposto, in circuito chiuso, ad un processo di separazione che permette di isolare ed estrarre una determinata quantità di plasma ricco di piastrine, all’interno delle quali si trovano i Fattori di Crescita. Il trattamento dura 10-15 minuti e generalmente non richiede un’anestesia locale; in rari casi viene utilizzata una crema anestetica preliminarmente applicata sulla zona. I protocolli personalizzati prevedono cicli di 3-5 sedute all’anno, a distanza di 45-90 giorni l’una dall’altra, a cui vengono fatte seguire sedute di mantenimento 1-2 volte all’anno.

Ci sono Controindicazioni? Il trattamento con PRP è un trattamento sicuro e non vi sono controindicazioni. Naturalmente va preparato in ambiente sterile, lontano da contaminazioni esterne.

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