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CHIRURGIA DEL SENO

Ricostruzione mammaria

Che cos’è la ricostruzione mammaria?

La ricostruzione mammaria è l’insieme di interventi chirurgici che consentono la ricostruzione della mammella in seguito all’intervento di mastectomia. Per ogni donna c’è la tecnica di ricostruzione giusta, personalizzata: ogni caso va analizzato attentamente e tutto va programmato prima dell’intervento con la paziente: la paziente che deve affrontare il percorso di ricostruzione del seno lo deve fare infatti con la massima consapevolezza. Per questo motivo è fondamentale una visita conoscitiva presso la nostra Clinica

Quali tecniche sono previste?

Vi sono numerose tecniche, che andremo ad elencare in questo articolo: in linea di massima esistono due linee di pensiero: si può utilizzare la protesi oppure il tessuto autologo, ossia prelevato dalla paziente stessa. Il tumore alla mammella colpisce una donna su 8, e solamente 1 su 8 si sottopone a ricostruzione mammaria. Una donna operata di tumore va adeguatamente informata prima di iniziare l’iter terapeutico demolitivo: va aumentata la consapevolezza. L’informazione medica è fondamentale in questo. Grazie a un aumento costante dell’accesso alle informazioni tramite i mass media il numero delle donne che si sottoporranno alla ricostruzione mammaria è in costante aumento.

Cosa comporta?

Vari tipi di chirurgia oncologica possono essere eseguiti: vi possono essere interventi di chirurgia conservativa, quando possibile e quando le condizioni locali lo consentano, che rispetta la mammella e che talora necessitano successivamente di radioterapia, e vi sono interventi maggiormente demolitivi: la mastectomia che asporta l’intera ghiandola e necessita di ricostruzione del chirurgo plastico. Vi sono delle mastectomie che risparmiano buona parte della pelle. Ciò semplifica la ricostruzione. Ricostruzioni plastiche maggiori sono invece riservate a casi in cui la asportazione oncologica è stata più importante. Pazienti selezionati possono essere sottoposte a ricostruzione immediata: al termine della parte demolitiva eseguita dal chirurgo generale senologo il chirurgo plastico esegue la ricostruzione.

Come dicevamo esistono due modi differenti di agire

  • utilizzo di protesi: in pazienti selezionate: paziente magra. Sono le tecniche con minore invasività chirurgica
  • utilizzo dei propri tessuti, soprattutto dalla pancia: ricostruzione va molto bene in pazienti selezionate (intervento DIEP) sono le tecniche più sofisticate.
ricostruzione mammaria

La personalizzazione della ricostruzione mammaria è un concetto base. Negli ultimi anni vi è stata evoluzione delle tecniche.

Ricostruzione mammaria post quadrantectomia

In seguito a un intervento conservativo, come la quadrantectomia: si esegue un rimodellamento della ghiandola mammaria, attraverso l’utilizzo di lembi locali. Si può intervenire nella mammella controlaterale, attraverso la cosiddetta mastopessi/riduttiva oppure con inserimento di protesi mammaria (mastoplastica additiva).

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Ricostruzione mammaria post mastectomia tradizionale

Con protesi, immediata o differita
L’inserimento della protesi può avvenire contestualmente all’intervento di asportazione del tumore, se le condizioni locali lo consentono. Altrimenti, contestualmente all’intervento demolitivo si esegue l’inserimento di un espansore mammario, ovvero una protesi espandibile con soluzione fisiologica, gonfiata in parte durante l’operazione. Dopo circa tre settimane dall’intervento chirurgico si inizia l’espansione in ambulatorio,  gonfiando progressivamente ogni circa 15 giorni l’espansore in modo che i tessuti reagiscano in maniera graduale. Al termine dell’espansione, che avviene in circa 2/3 mesi, manteniamo l’espansore in sede. Questo viene sostituito in un successivo intervento con una protesi definitiva.

L’espansore mammario è una protesi temporanea che successivamente viene sostituita da una protesi definitiva.

É bene sottolineare che in ogni momento la paziente può decidersi di mettere una protesi: infatti a volte la paziente durante l’intervento di asportazione del tumore si rifiuta di mettere la protesi, ad esempio per paura. La paziente può cambiare idea anche anni dopo e procedere pertanto alla ricostruzione definitiva.

Ricostruzione mammaria con tessuti propri (autologhi)

Tali tecniche utilizzano i tessuti delle pazienti stesse: il più delle volte il sito donatore è l’addome delle pazienti stesse, da dove si può prelevare un lembo peduncolato (ossia coi propri vasi che vengono ruotati (lembo TRAM) oppure un lembo con propri vasi che vengono suturati con tecniche di microchirurgia in sala operatoria (cosiddetto lembo DIEP). Queste tecniche sono più sofisticate e complicate, ma non si possono proporre a tutte le pazienti: la paziente, inoltre l’intervento è molto più lungo 5/6 ore e prevede un recupero più lento dopo l’intervento.

ricostruzione mammaria con lembo diep

L’addome è l’ideale sede del lembo utilizzato per la ricostruzione della mammella, in pazienti selezionate.

La sinergia tra le diverse discipline tra il senologo e il chirurgo plastico ricostruttore rende la paziente coinvolta nelle decisioni, con spirito positivo. Questo la aiuta nell’evoluzione della malattia. I controlli successivi all’intervento di ricostruzione sono chiari: la protesi non altera la possibilità di controllare la mammella. Molte donne in Italia e nel mondo portano protesi, sia additive che in ricostruzione, post asportazione di carcinoma mammario. Le donne con protesi rispetto alle pazienti ricostruttive a volte si sentono esentate di fare delle indagini del seno: in realtà sono le donne che devono fare più controllo.

Mastectomia nipple sparing

Questa tecnica è prevista nel momento in cui il NAC (nipple areola complex/complesso areola capezzolo) non sia intaccato dalla malattia: prevede l’asportazione della sola ghiandola mammaria senza procedere all’asportazione della cute del capezzolo e rendendo la ricostruzione più semplice.

Lipofilling

Negli ultimi anni il grasso è emerso come un’importante risorsa. Il tessuto adiposo, infatti, può essere utilizzato come riempitivo (etimologicamente lipos: grasso to fill: riempire). Il grasso, dopo essere stato aspirato con apposite canule, viene purificato e separato dalla componente liquida. Si ottiene così una sostanza fluida, dotata di una certa viscosità, ideale per essere iniettata con sottili canule nelle zone da trattare.

Il momento del prelievo del tessuto adiposo dalla paziente.

Anche in questo caso, si tratta di un tessuto autologo, in quanto prodotto dalla paziente stessa, senza possibili complicanze se non il parziale riassorbimento. Tuttavia sono necessari almeno 5/6 interventi prima di ottenere un risultato valido. In pazienti motivate e selezionate può pertanto essere proposto come valida opzione terapeutica.

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